17 Ottobre 2019

Sindrome di CUSHING

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Sindrome di Cushing

 

CushingsFace.jpg

Aspetto del viso di un paziente dopo tre mesi di trattamento con fluticasone per via inalatoria[1]

Specialità

endocrinologia

Eziologia

Prolungata esposizione al cortisolo

Incidenza mondiale

2–3 casi per milione di persone per anno

Classificazione e risorse esterne (EN)

MeSH

D003480

MedlinePlus

000410

eMedicine

117365

Sinonimi

Ipercortisolismo

Sindrome di Itsenko-Cushing

Iperadrenocorticismo

Eponimi

Harvey Williams Cushing

La sindrome di Cushing (o ipercortisolismo) è un insieme di segni e sintomi dovuti a un’esposizione prolungata al cortisolo.[2][3] Questi possono includere l’ipertensione, un’obesità addominale ma braccia e gambe sottili, smagliature rossastre, un viso rosso tondo, una massa grassa tra le spalle (il cosiddetto “gibbo di bufalo”), debolezza muscolare, osteoporosi, acne e pelle fragile che guarisce male.[4] Le donne possono avere più capelli e mestruazioni irregolari.[4] Occasionalmente si possono riscontrare anche cambiamenti di umore, mal di testa e una sensazione cronica di stanchezza.[4]

La sindrome di Cushing può essere causata da un eccesso di alcuni farmaci, come il cortisolo o il prednisone, o da una eccessiva produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali, talvolta in seguito a una neoplasia.[5] I casi conseguenti a un adenoma pituitario ACTH-secernente sono noti come malattia di Cushing[2] che rappresenta la seconda causa più comune della sindrome dopo i farmaci.[2] Vi sono anche diversi altri tipi di tumori che possono causare questa sindrome[2][6] e alcuni di questi sono associati a malattie ereditarie come la neoplasia endocrina multipla di tipo 1 e il complesso di Carney.[7] La diagnosi richiede una serie di passaggi[8]: il primo consiste nel controllare i farmaci che il paziente assume e, successivamente, misurare i livelli di cortisolo nelle urine, nella saliva o nel sangue dopo l’assunzione di desametasone.[8] Se i risultati di questo esame appaiono anormali, il cortisolo può essere misurato a tarda notte. Se anche così i livelli rimangono alti, può essere eseguito un esame del sangue per valutare i valori di ACTH al fine di determinare se l’ipofisi è coinvolta.[8]

La maggior parte dei casi può essere trattato e curato.[9]